ARGENTINA - OPERATA IL 4 GENNAIO ALLA TIROIDE. CON LEI SONO 5 I PRESIDENTI DELL'AMERICA LATINA COLPITI
L'annuncio del portavoce presidenziale, alle 20.30 di martedì, è stato freddo e inatteso. Cristina Fernández de Kirchner soffre di un cancro alla ghiandola tiroidea e sarà operata il 4 gennaio prossimo. La diagnosi parla di tumore circoscritto e di un intervento chirurgico e trattamento post-operatorio con alte probabilità di successo.
Tuttavia la notizia è arrivata come un secchio d'acqua gelata sull'estate argentina. All'apogeo della sua carriera politica, la presidenta è vittima di un male che fa paura e che ne fa, oltretutto il quarto capo di stato progressista dell'America latina colpito dal cancro durante il suo mandato. Il presidente paraguayano Fernando Lugo sta recuperando da un cancro linfatico, la brasiliana Dilma Rousseff ha superato con successo un problema analogo dopo un ciclo di chemioterapia e un'operazione, il venezuelano Hugo Chávez è ancora sotto trattamento per un tumore nella zona pelvica. Quattro che diventano cinque se si conta anche l'ex-presidente brasiliano Lula da Silva, che è sotto chemioterapia per un tumore alla laringe.
Il portavoce presidenziale, Alfredo Scoccimarro, ha informato che Cristina sarà operata dall'oncologo Pedro Saco. E' il capo del Servizio testa e collo dell'istituto Angel Roffo dell'università di Buenos Aires e anche capo del reparto di Chirurgia oncologica dell'ospedale della Universidad austral (privata, dell'Opus Dei). In questa clinica d'élite, che si trova a Pilar, una cinquantina di km al nord di Buenos Aires, il 4 gennaio sarà operata la presidente, che dovrà chiedere una licenza dalla sue funzioni per tre settimane. Dopo non è prevista chemioterapia ma somministrazione di iodio radiattivo per via orale. Gli specialisti hanno informato che il cancro alla tiroide ha un'incidenza pari a 3 abitanti su 100mila e che la sua evoluzione di solito è positiva.
Cristina, che ieri ha continuato a svolgere le sue funzioni pubbliche e che è apparsa con un buon aspetto e di ottimo umore alla Casa rosada, si apprestava a celebrare il primo anno del suo secondo madnato, quando fu rieletta, nell'ottobre 2010, con un 54% dei voti. Il suo indice di gradimento, secondo gli ultimi sondaggi, supera il 60%. I punti centrali della sua azione in questi ultimi mesi sono stati la ferma difesa dell'intervento statale nell'economia e il rifiuto delle ricette che prevedono il taglio di spese contro la crisi globale. Punti su cui in Argentina raccoglie un ampio consenso. In un contesto di relativa calma politica ed economica, con un'opposizione destrutturata e divisa, il tema più caldo era quello dello scontro con il mega-gruppo Clarín per rompere il suo oligopolio sui media.
Come fu in occasione dell'improvvisa morte di Kirchner, il 27 ottobre 2010, quando alcuni commentatori dei giornali d'opposizione si precipitarono ad annunciare il crollo inesorabile e rapido del governo, anche ieri alcuni hanno colto l'occasione per attribuire il cancro di Cristina alla sua voracità di potere. Ma in generale la reazione anche dell'opposizione è stata di aperta solidarietà. La notte stessa di martedì si è fatto vivo con lei Hugo Chávez per comunicarle che le avrebbe conteso «la presidenza» del Congresso dei presidenti colpiti dal cancro che lui vuole fondare, poi è stata la volta del cileno Piñera e, ieri, di Lugo, di Dilma, il messicano Calderón e dell'ecuadoriano Correa hanno scritto .
Con la malattia di Cristina, ora il vice-presidente Amado Boudou entra in un'altra dimensione. 48 anni, economista ha militato e si è formato negli ambienti liberali, agli antipodi del peronismo di centro-sinistra dei Kirchner. Però dopo il disastro della crisi del 2001, ha assunto una visione molto più vicina all'interventismo statale che ne ha accelerato l'ascesa. Ha sostenuto fra l'altro anche i processi contro i killer del regime militare, uno dei marchi di fabbrica dei Kirchner. Come ministro dell'economia, è stato il mentore della restatalizzazione del sistema privato delle pensioni, che si rivelò uno scandalo clamoroso provocato dalla speculazione finanziaria e che speriamo non venga mai in mente a qualcuno dei ministri dell'economia che stanno «salvando» l'Europa. «Attento a quello che fai», ha detto ieri Cristina a Boudou incontrandolo alla Casa rosada.
Tuttavia la notizia è arrivata come un secchio d'acqua gelata sull'estate argentina. All'apogeo della sua carriera politica, la presidenta è vittima di un male che fa paura e che ne fa, oltretutto il quarto capo di stato progressista dell'America latina colpito dal cancro durante il suo mandato. Il presidente paraguayano Fernando Lugo sta recuperando da un cancro linfatico, la brasiliana Dilma Rousseff ha superato con successo un problema analogo dopo un ciclo di chemioterapia e un'operazione, il venezuelano Hugo Chávez è ancora sotto trattamento per un tumore nella zona pelvica. Quattro che diventano cinque se si conta anche l'ex-presidente brasiliano Lula da Silva, che è sotto chemioterapia per un tumore alla laringe.
Il portavoce presidenziale, Alfredo Scoccimarro, ha informato che Cristina sarà operata dall'oncologo Pedro Saco. E' il capo del Servizio testa e collo dell'istituto Angel Roffo dell'università di Buenos Aires e anche capo del reparto di Chirurgia oncologica dell'ospedale della Universidad austral (privata, dell'Opus Dei). In questa clinica d'élite, che si trova a Pilar, una cinquantina di km al nord di Buenos Aires, il 4 gennaio sarà operata la presidente, che dovrà chiedere una licenza dalla sue funzioni per tre settimane. Dopo non è prevista chemioterapia ma somministrazione di iodio radiattivo per via orale. Gli specialisti hanno informato che il cancro alla tiroide ha un'incidenza pari a 3 abitanti su 100mila e che la sua evoluzione di solito è positiva.
Cristina, che ieri ha continuato a svolgere le sue funzioni pubbliche e che è apparsa con un buon aspetto e di ottimo umore alla Casa rosada, si apprestava a celebrare il primo anno del suo secondo madnato, quando fu rieletta, nell'ottobre 2010, con un 54% dei voti. Il suo indice di gradimento, secondo gli ultimi sondaggi, supera il 60%. I punti centrali della sua azione in questi ultimi mesi sono stati la ferma difesa dell'intervento statale nell'economia e il rifiuto delle ricette che prevedono il taglio di spese contro la crisi globale. Punti su cui in Argentina raccoglie un ampio consenso. In un contesto di relativa calma politica ed economica, con un'opposizione destrutturata e divisa, il tema più caldo era quello dello scontro con il mega-gruppo Clarín per rompere il suo oligopolio sui media.
Come fu in occasione dell'improvvisa morte di Kirchner, il 27 ottobre 2010, quando alcuni commentatori dei giornali d'opposizione si precipitarono ad annunciare il crollo inesorabile e rapido del governo, anche ieri alcuni hanno colto l'occasione per attribuire il cancro di Cristina alla sua voracità di potere. Ma in generale la reazione anche dell'opposizione è stata di aperta solidarietà. La notte stessa di martedì si è fatto vivo con lei Hugo Chávez per comunicarle che le avrebbe conteso «la presidenza» del Congresso dei presidenti colpiti dal cancro che lui vuole fondare, poi è stata la volta del cileno Piñera e, ieri, di Lugo, di Dilma, il messicano Calderón e dell'ecuadoriano Correa hanno scritto .
Con la malattia di Cristina, ora il vice-presidente Amado Boudou entra in un'altra dimensione. 48 anni, economista ha militato e si è formato negli ambienti liberali, agli antipodi del peronismo di centro-sinistra dei Kirchner. Però dopo il disastro della crisi del 2001, ha assunto una visione molto più vicina all'interventismo statale che ne ha accelerato l'ascesa. Ha sostenuto fra l'altro anche i processi contro i killer del regime militare, uno dei marchi di fabbrica dei Kirchner. Come ministro dell'economia, è stato il mentore della restatalizzazione del sistema privato delle pensioni, che si rivelò uno scandalo clamoroso provocato dalla speculazione finanziaria e che speriamo non venga mai in mente a qualcuno dei ministri dell'economia che stanno «salvando» l'Europa. «Attento a quello che fai», ha detto ieri Cristina a Boudou incontrandolo alla Casa rosada.
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