ARTICOLO di Sebastián Lacunza
ARGENTINA Singolari primarie «obbligatorie», Kirchner vuole il 40%. Presidenziali il 23 ottobre
Cristina rischia il ballottaggio
Nomi già scelti ma per legge bisogna votare, e i numeri peronisti ridanno fiato agli avversari
ARGENTINA Singolari primarie «obbligatorie», Kirchner vuole il 40%. Presidenziali il 23 ottobre
Cristina rischia il ballottaggio
Nomi già scelti ma per legge bisogna votare, e i numeri peronisti ridanno fiato agli avversari
BUENOS AIRES
Una novità nella politica argentina. Oggi è il giorno delle «primarie, aperte, simultanee e obbligatorie» (Paso) per selezionare i candidati alla presidenza della repubblica che parteciperanno alle elezioni del 23 ottobre. Una di loro, già si sa, sarà l'attuale presidenta Cristina Fernánde de Kirchner, peronista di centro-sinistra.
La stranezza viene dal fatto che le primarie, adottate come parte di una riforma politica, hanno l'obiettivo di obbligare ogni partito o fronte politico a eleggere il suo candidato ma le dieci sigle che oggi presentano liste hanno già nominato il loro concorrente di ottobre alla presidenza.
Di conseguenza, 29 milioni di elettori sono convocati al voto per un obiettivo principale che è già stato raggiunto. Restano solo da scegliere alcuni candidati per cariche minori. In ottobre, dopo otto anni di mandato del kirchnerismo (dal 2003 al 2007 Néstor, dal 2007 al 2011 Cristina), si dovrà eleggere anche la metà della Camera dei deputati, un terzo del senato e alcuni governatori e sindaci.
Sarà comunque, come scrive la stampa locale, una «grande inchiesta nazionale» che servirà a tutti per scegliere le posizioni per la battaglia decisiva. Il dato chiave sarà vedere se la presidenta supera o si avvicina al 40%, visto che la costituzione prescrive che se al primo turno un candidato tocca questa percentuale e lascia il concorrente più vicino almeno 10 punti indietro, il ballottaggio non è necessario. L'altra possibilità, per evitarlo, è che il primo classificato superi il 45% dei voti qualunque sia la differenza con il secondo.
Dopo aver proclamato la morte politica di Cristina nel 2008, al termine di un estenuante scontro sulle imposte agli agrari, l'opposizione sembrava rassegnata fino a qualche mese fa alla rielezione della presidenta in ottobre, al primo colpo. La mandataria aveva recuperato popolarità con una serie di provvedimenti di alto impatto, progressisti e di sinistra, e la sua immagine si era ulteriormente rafforzata dopo l'improvvisa morte del marito, il 27 ottobre scorso. Però i deludenti risultati del kirchnerismo nelle ultime elezioni locali in la città di Buenos Aires e le prvincie di Santa Fe e Córdoba hanno riacceso le speranze dei suoi avversari e, soprattutto, della stampa d'opposizione capeggiata dal poderoso gruppo multi-mediale Clarín che, confondendo le speranze con la realtà, nel 2009 era arrivato a dare la notizia che Cristina si apprestava a convocare elezioni anticipate.
Questi sono i candidati che oggi e il 23 ottobre contenderanno a Cristina la Casa rosada:
Ricardo Alfonsín, avvocato e figlio dell'ex-presidente socialdemocratico (dall'83 all'89) Raúl Alfonsín, rappresenta la tradizionale Unión cívica radical (Ucr, storico avversario centrista del peronismo). Si è alleato con il popolare imprenditore di destra Francisco de Narváez, candidato governatore della provincia di Buenos Aires. Se Alfonsín riesce a superare il 25%, sarà un successo, però l'alleanza con De Narváez ha spiazzato tutti e non è detto che non si riveli un boomerang per entrambi.
Con un discorso apertamente di destra, che include appelli alla repressione sociale e alla riconciliazione con i militari della dittatura incarcerati, l'ex-presidente Eduardo Duhalde (2002-2003), cercherà di attrarre il voto del peronismo conservatore di destra. Perfino i suoi molti critici gli riconoscono una grande abilità strategica e non è escluso che possa sopravvanzare Alfonsín, con cui in caso di necessità potrebbe allearsi.
Il socialista Hermes Binner, attuale governatore di Santa Fe, guida il Frente amplio progresista (Fap), con ex-membri Ucr, ex-kirchneristi delusi e partiti minori di centro-sinistra. I deputati socialisti al Congresso hanno votato sì su leggi presentate da Cristina che hanno scatenato polemiche, come le nozze gay, la legge sui media, quella sulla ri-statalizzazione dei fondi pensione. Per il Fap la soglia del successo è sul 10%.
Si presentano anche Alberto Rodríguea Sáa, governatore della provincia di San Luis e tipico caudillo peronista populista-conservatore, la messianica cattolico-conservatrice Elisa Carrió (23% dei voti nel 2007), il trotzkista storico Jorge Altamira (se tocca l'1.5% è molto) e la proffesoressa di sinistra Alcira Argumedo (Proyecto Sur, peronisti e trotzkisti).
Una novità nella politica argentina. Oggi è il giorno delle «primarie, aperte, simultanee e obbligatorie» (Paso) per selezionare i candidati alla presidenza della repubblica che parteciperanno alle elezioni del 23 ottobre. Una di loro, già si sa, sarà l'attuale presidenta Cristina Fernánde de Kirchner, peronista di centro-sinistra.
La stranezza viene dal fatto che le primarie, adottate come parte di una riforma politica, hanno l'obiettivo di obbligare ogni partito o fronte politico a eleggere il suo candidato ma le dieci sigle che oggi presentano liste hanno già nominato il loro concorrente di ottobre alla presidenza.
Di conseguenza, 29 milioni di elettori sono convocati al voto per un obiettivo principale che è già stato raggiunto. Restano solo da scegliere alcuni candidati per cariche minori. In ottobre, dopo otto anni di mandato del kirchnerismo (dal 2003 al 2007 Néstor, dal 2007 al 2011 Cristina), si dovrà eleggere anche la metà della Camera dei deputati, un terzo del senato e alcuni governatori e sindaci.
Sarà comunque, come scrive la stampa locale, una «grande inchiesta nazionale» che servirà a tutti per scegliere le posizioni per la battaglia decisiva. Il dato chiave sarà vedere se la presidenta supera o si avvicina al 40%, visto che la costituzione prescrive che se al primo turno un candidato tocca questa percentuale e lascia il concorrente più vicino almeno 10 punti indietro, il ballottaggio non è necessario. L'altra possibilità, per evitarlo, è che il primo classificato superi il 45% dei voti qualunque sia la differenza con il secondo.
Dopo aver proclamato la morte politica di Cristina nel 2008, al termine di un estenuante scontro sulle imposte agli agrari, l'opposizione sembrava rassegnata fino a qualche mese fa alla rielezione della presidenta in ottobre, al primo colpo. La mandataria aveva recuperato popolarità con una serie di provvedimenti di alto impatto, progressisti e di sinistra, e la sua immagine si era ulteriormente rafforzata dopo l'improvvisa morte del marito, il 27 ottobre scorso. Però i deludenti risultati del kirchnerismo nelle ultime elezioni locali in la città di Buenos Aires e le prvincie di Santa Fe e Córdoba hanno riacceso le speranze dei suoi avversari e, soprattutto, della stampa d'opposizione capeggiata dal poderoso gruppo multi-mediale Clarín che, confondendo le speranze con la realtà, nel 2009 era arrivato a dare la notizia che Cristina si apprestava a convocare elezioni anticipate.
Questi sono i candidati che oggi e il 23 ottobre contenderanno a Cristina la Casa rosada:
Ricardo Alfonsín, avvocato e figlio dell'ex-presidente socialdemocratico (dall'83 all'89) Raúl Alfonsín, rappresenta la tradizionale Unión cívica radical (Ucr, storico avversario centrista del peronismo). Si è alleato con il popolare imprenditore di destra Francisco de Narváez, candidato governatore della provincia di Buenos Aires. Se Alfonsín riesce a superare il 25%, sarà un successo, però l'alleanza con De Narváez ha spiazzato tutti e non è detto che non si riveli un boomerang per entrambi.
Con un discorso apertamente di destra, che include appelli alla repressione sociale e alla riconciliazione con i militari della dittatura incarcerati, l'ex-presidente Eduardo Duhalde (2002-2003), cercherà di attrarre il voto del peronismo conservatore di destra. Perfino i suoi molti critici gli riconoscono una grande abilità strategica e non è escluso che possa sopravvanzare Alfonsín, con cui in caso di necessità potrebbe allearsi.
Il socialista Hermes Binner, attuale governatore di Santa Fe, guida il Frente amplio progresista (Fap), con ex-membri Ucr, ex-kirchneristi delusi e partiti minori di centro-sinistra. I deputati socialisti al Congresso hanno votato sì su leggi presentate da Cristina che hanno scatenato polemiche, come le nozze gay, la legge sui media, quella sulla ri-statalizzazione dei fondi pensione. Per il Fap la soglia del successo è sul 10%.
Si presentano anche Alberto Rodríguea Sáa, governatore della provincia di San Luis e tipico caudillo peronista populista-conservatore, la messianica cattolico-conservatrice Elisa Carrió (23% dei voti nel 2007), il trotzkista storico Jorge Altamira (se tocca l'1.5% è molto) e la proffesoressa di sinistra Alcira Argumedo (Proyecto Sur, peronisti e trotzkisti).
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